Nel giorno del decimo anniversario della imbarazzante sconfitta dell’Arsenal di Wenger per 8-2 sul campo del Manchester United, l’Arsenal di Arteta incappa in un’altra figuraccia perdendo 5-0 sul campo del Manchester City (il secondo consecutivo per i Citizens, nonché la diciannovesima squadra a cui riescono a segnare almeno cinque reti dall’arrivo di Pep nel 2016). La partita è stata a senso unico fin dalle battute iniziali, con gli uomini di Guardiola che hanno segnato due volte in meno di un quarto d’ora grazie a due reti praticamente regalate dagli ospiti, e che hanno poi goduto del vantaggio di un uomo per oltre un tempo (cartellino rosso a Xhaka) riuscendo così a dilagare. Le statistiche sono impietose (19% di possesso palla, 1 solo tiro, per altro fuori, e cinque parate di Leno) e riflettono in pieno l’andamento di una gara in cui l’Arsenal è sembrato demotivato e poco strutturato, sia nel pressing sia nelle marcature. I Gunners giacciono quindi ora all’ultimo posto, con zero punti (i londinesi non perdevano le prime tre partite di campionato dal 1953), nove gol subiti e zero segnati, e mai come in questa occasione la pausa per le nazionali servirà ad Arteta per dare qualche giorno ai suoi giocatori per resettare tutto e cercare di ripartire, sperando magari di poter schierare tutti i propri titolari.

Le cinque partite del pomeriggio regalano tre pareggi e due vittorie esterne, per un totale di quindici reti segnate. Newcastle e West Ham seguono lo stesso copione, facendosi entrambe rimontare per ben due volte dagli ospiti, rispettivamente Southampton e Crystal Palace. Per i Saints decisivo il rigore del capitano Ward-Prawse al 96esimo, mentre la squadra di Vieira ringrazia Conor Gallagher e la sua doppietta in poco più di dieci minuti in risposta al solito gol del solito Antonio (4 reti e 3 assist per lui nelle prime tre partite giocate). A Birmingham succede invece tutto nel primo quarto d’ora, con Toney che si sblocca e porta in vantaggio il Brentford e Buendia che pareggia cinque minuti più tardi al termine di un’azione personale che mette in luce tutta la sua qualità tecnica. Si ferma il Brighton, battuto in casa 0-2 da un Everton che – trascinato dal solito Calvert-Lewin e da un rinato Demarai Gray – è partito a mille sotto la gestione Benitez, e rimanda ancora la prima gioia il Norwich, che trova la prima rete stagionale con il rigore di Pukki ma viene battuto 1-2 dal Leicester, con gol + assist di Vardy, ma purtroppo anche con delle preoccupazioni per il ginocchio di Pereira.
Il big match di giornata, la sfida “stile biliardino” (rossi contro blu) di Anfield tra Liverpool e Chelsea, finisce con un bell’1-1. I Blues passano avanti con Havertz, l’uomo dei gol importanti, ma i Reds pareggiano sul finire del primo con il rigore trasformato da Salah e causato da un fallo di mani di Reece James, espulso. Il secondo tempo vede quindi gli uomini di Klopp attaccare (24 conclusioni tentate) e quelli di Tuchel difendersi con i denti (6 parate, 26 contrasti, 21 intercetti e 34 palle spazzate), e nell’attesa sfida tra ‘giganti’ Lukaku vs. Van Dijk la spunta infine Benjamin Mendy, eletto uomo partita.

Termina 1-1 anche Burnley contro Leeds, la battaglia agli antipodi per il modo di intendere e interpretare il calcio (difensivista e reattiva la squadra di Dyche, propositiva e fluida quella di Bielsa), con Wood che porta avanti i Clarets – gol numero trentamila segnato in Premier League – e Bamford che pareggia a una manciata di minuti dalla fine, mettendo però in evidenza quanto siano sottotono gli Whites in questo inizio di stagione. Finiscono 1-0 invece le altre due sfide di giornata, con le vittorie di Tottenham e Manchester United rispettivamente in casa contro il Watford e in trasferta contro il Wolverhampton. A decidere la sfida in favore degli Spurs e mandarli da soli in testa alla classifica (tre vittorie, tre gol segnati, zero gol subiti) è il “solito” Son, alla 200esima apparizione con la maglia biancoblu, con il Watford che sembra non essersi ancora ambientato del tutto alla massima serie nonostante abbia mostrato di avere un buon potenziale offensivo. Al Molineux invece, alla centesima in panchina di Solskjaer con i Red Devils, la sua squadra vince ma non convince. Gli Wolves strappano diversi applausi grazie alla loro prova fatta di difesa e transizioni, con il tridente Traoré-Jimenez-Trincao che si esalta nelle transizioni veloci (in particolare Traoré: 9 dribbling tentati, 8 riusciti, 4 passaggi chiave) e produce un totale di 15 occasioni da gol, senza però capitalizzarne nessuna. Per il Manchester United esordiscono dal primo minuto Varane e Sancho, con Pogba arretrato in mediana accanto a Fred (e la loro prestazione che alimenta le ormai abituali discussioni sulla mancanza di un vero centrocampista difensivo in rosa), ma la partita si risolve soltanto nel secondo tempo quando viene messa una vera prima punta di ruolo e Greenwood viene spostato sulla corsia di destra, risultando decisivo.
Il campionato si ferma ora per due settimane per la Pausa Nazionali – che ha già suscitato polemiche, vista l’ancora alta percentuale di contagi da Covid-19 nel mondo – lasciando il tempo agli allenatori di iniziare a sistemare quello che non va e ai dirigenti di concludere le ultime operazioni flash di mercato.
Di Luca Donina