Superata la – prima – sosta per gli impegni con le Nazionali, la Premier League è tornata in campo per la quarta giornata. Il bilancio è risultato essere di quattro vittorie interne, quattro vittorie esterne e un pareggio, con una forte predominanza di quell’evento che gli scommettitori chiamano “no goal” (ovvero quando è soltanto una delle due formazioni in campo a segnare, circostanza successa insolitamente in ben otto partite su dieci).
Il Tottenham ha incassato la prima sconfitta stagionale in favore della prima vittoria stagionale del Crystal Palace. Nuno Espirito Santo ha dovuto fronteggiare le due pesanti assenze di Son e Bergwin, e per questo ha adattato il proprio modulo dal 4-3-3 al 4-3-1-2, col risultato però di mandare in confusione i propri giocatori, per lunghi tratti della gara incapaci di capire quale fosse la posizione corretta da occupare. Dall’altro lato, le Eagles – una squadra che si esalta in contropiede – hanno sfruttato ogni spazio possibile e hanno segnato prima con Zaha (su rigore, con espulsione di Tanganga) e poi con la doppietta di Edouard nel giro di un quarto d’ora.
Prima vittoria finalmente anche per l’Arsenal, contro un Norwich che rimane ultimo e ancora inchiodato a zero punti. La squadra di Arteta sta lentamente recuperando e inserendo tutti i pezzi della formazione ‘tipo’, e ha per la prima volta schierato quella che dovrebbe essere la difesa titolare: Ramsdale tra i pali, White e Gabriel come coppia centrale, Tierney e Tomiyasu (all’esordio in Inghilterra, molto positivo) sui fianchi. Nel secondo tempo si è rivisto a centrocampo anche Thomas Partey, fondamentale nell’azione che ha portato al gol di Aubameyang, con la squadra che è passata a un 4-3-3, il modulo che Arteta ha in mente di schierare fin dal suo arrivo nell’ormai lontano dicembre del 2018. Il fatto che ci abbiano messo ben 66 minuti e 30 conclusioni (il valore massimo da quando c’è lo spagnolo in panchina), di cui 6 in porta, per segnare contro la difesa dei canarini la dice forse lunga su quanto lavoro ci sia ancora da fare a Londra Nord, ma l’essere usciti dalla ‘zona retrocessione’ è già un inizio.

Risultati identici per Brighton e Manchester City, che battono per 0-1 rispettivamente Brentford e Leicester e salgono entrambe a 9 punti totali in classifica. I Seagulls vincono grazie a una rete allo scadere di Trossard, in una di quelle partite che l’anno scorso avrebbero sicuramente pareggiato (e l’essere finalmente concreti è forse l’unico pezzo che mancava alla squadra costruita da Potter), mentre per le Bees si tratta della prima sconfitta che però non rovina quanto di buono fatto vedere in questo inizio di stagione. Più convincente la prova del Man City, che domina di fatto la gara con un 60% di possesso palla e ben 25 tiri, prendendosi una sorta di rivincita per la sconfitta di un mese fa in Community Shield.
Pareggio a reti bianche tra Saints e West Ham, in una gara tutto sommato movimentata ma che è mancata delle individualità in grado di scardinare l’organizzazione degli avversari.
Il Manchester United ha battuto per 4-1 il Newcastle, nel giorno del secondo esordio di Cristiano Ronaldo, che si è ripreso la sua “numero 7” gentilmente concessa da Cavani e ha festeggiato con una doppietta. Gol anche per l’ormai ‘solito’ Bruno Fernandes e per Jesse Lingard, entrato a una mezzora dalla fine per uno spento Jadon Sancho. Da sottolineare gli assist numero sei e sette per Pogba, che lo proiettano sempre più capolista solitario di quella particolare classifica. Se le cose a Old Trafford sembrano girare bene, la stessa cosa non si può dire per la squadra di Steve Bruce, sempre più sotto pressione dopo l’ennesima prestazione sottotono e la pochezza di soluzioni offensive messe in campo.
Vittoria esterna per gli Wolves, che finalmente si sono sbloccati sul piano realizzativo. Il loro inizio di stagione in salita (contro tre big come Leicester, Tottenham e Man Utd) era stato sfortunato (tre sconfitte per 1-0, e troppa imprecisione davanti alla porta) più che immeritato, in quanto la squadra aveva sempre mostrato uno spirito offensivo e tanta voglia di fare gioco. Contro il Watford, finalmente, la squadra di Bruno Lage è finalmente andata in rete (sebbene al 74′, e con 14 tiri in totale), in quella che è la prima di una striscia di 11 partite contro avversarie che l’anno scorso sono arrivate fuori dalle prime otto in classifica. Non stupiamoci quindi se da qui a un paio di mesi la squadra in maglia nera e arancione sarà in zona Europa.

Vittoria convincente del Chelsea contro l’Aston Villa, con un rotondo 3-0. Ma il risultato è in un certo senso beffardo, perché gli uomini di Dean Smith – senza i due argentini Martinez e Buendia, in isolamento preventivo dopo il rientro dal Sudamerica – sono stati in realtà a lungo in partita, sfruttando forse anche il parziale turn-over di Tuchel in vista della sfida di Champions League di metà settimana. La differenza tra le due squadre, per quanto possa sembrare banale, è stata che una aveva Lukaku e l’altra no: il belga ha segnato una doppietta – l’altro gol è a firma di Kovacic – e non è praticamente mai stato contenuto dalla retroguardia a cinque degli ospiti.
Il Leeds era stata la squadra che finora aveva subito più tiri in porta (18, come l’Arsenal), mentre il Liverpool era quella che ne aveva fatti di più (ben 20). Al contempo, il Leeds era anche la squadra meno precisa al tiro, con un misero 22% delle conclusioni che erano finite all’interno dello specchio. La partita tra le due formazioni si è rivelata essere una delle rare volte in cui era tutto ‘già scritto’: la squadra di Klopp ha infatti vinto con un rotondo 0-3, gol di Salah, Firmino e Mané, tirando 9 volte in porta e vincendo praticamente in ogni valore statistico. La preoccupazione per i Reds riguarda però l’infortunio occorso a Harvey Elliott: il giovane è uscito in barella dopo un intervento scomposto (ma non cattivo, va detto) di Strujik, e dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico e a lungo recupero (qualcuno parla già di stagione finita).
Nel Monday Night, continua la cavalcata del nuovo Everton di Benitez, vittorioso 3-1 contro il Burnley nonostante l’assenza di Calvert-Lewin. Succede tutto nel secondo tempo, più precisamente nell’arco di sei minuti, grazie soprattutto a Townsend (autore di un gol e un assist) e Doucouré (due assist), proiettando i Toffees a pari punti con il gruppetto di testa (10), e scaraventando invece il Burnley nei bassifondi (1 solo punto per la squadra di Dyche, che però già l’anno scorso ha dimostrato di sapersi rialzare nel lungo periodo anche dopo un inizio difficile).
Di Luca Donina