Superata la seconda sosta per le Nazionali nell’arco di un mese, la Premier League è tornata in campo. Si può dire che la stagione sta per entrare ufficialmente nel vivo, considerando che da qui alla prossima pausa – metà novembre – le squadre sono impegnate in quattro giornate di campionato (una è stata questa), un turno di Carabao Cup e ben due turni delle competizioni europee. Le partite del weekend hanno fatto registrare due pareggi, con cinque vittorie esterne e tre vittorie interne, per un totale di 30 gol realizzati.
Il sabato si è aperto con la vittoria del Liverpool sul campo del Watford. A poco sembra essere servito il cambio in panchina per le Hornets, con Ranieri che è stato “asfaltato” (all’intervallo il possesso palla dei suoi si attestava attorno al 16%) con un netto 0-5 (peggior sconfitta personale nella sua carriera inglese) dalla truppa di Klopp , grazie a una tripletta di Firmino (seconda in carriera) e alle reti degli altri due soliti “partners in crime”, Salah e Mané. L’egiziano, in particolare, ha segnato un’altra rete spettacolare dopo aver superato un manipolo di difensori avversari in un’azione simile a quella del turno precedente contro il Manchester City, e se dovesse rifarla bisognerebbe probabilmente iniziare a pensare di dargli il suo nome (e ha raggiunto quota 104, miglior marcatore africano della competizione alla pari di Drogba); il senegalese, invece, è il terzo giocatore di sempre del campionato a raggiungere i 100 gol senza rigori. Per il Liverpool si tratta della settima trasferta consecutiva in tutte le competizioni con almeno tre reti segnate, a testimonianza di come tutta la squadra sia forte e coesa, grazie anche alla presenza di gregari di tutto rispetto come James Milner, che in questa gara è stato schierato prima da centrocampista (dove ha fornito l’86° assist in carriera, incrementando la classifica che lo vede come miglior assist-man in attività in Premier League) e nel finale da terzino destro.

L’Aston Villa ha perso in casa contro gli Wolves facendosi rimontare un vantaggio di 2-0. Gli uomini di Lage hanno segnato le tre reti ai minuti 80, 85 e 95, a firma degli unici tre uomini rimasti in squadra dalla vittoria della Championship di quattro anni fa – perché a volte il calcio sa davvero essere romantico -, tra cui Conor Coady, uno dei giocatori più letali di sempre: sì, è vero che il difensore ha segnato soltanto 2 reti in 122 partite giocate in Premier League, ma l’ha fatto tirando in porta soltanto 3 volte in tutto. Nella sfida diretta di quasi-salvezza (16esima contro 17esima), il Southampton ha trovato la prima vittoria in campionato ai danni del Leeds United, grazie alla prima rete del classe ’01 Broja. Per gli uomini di Bielsa si tratta della quarta sconfitta, ed è indubbio che gli Whites siano lontani dagli standard dell’anno scorso, ma questa volta si possono aggrappare a un importante “alibi”: erano infatti senza ben tre uomini chiave come Phillips, Bamford e Rapinha.
Nessun alibi invece per il Manchester United contro il Leicester City, la squadra di Solskjaer è passata in vantaggio con Greenwood, ma si è poi fatta rimontare fino al 4-2 finale (reti di Tielemans, Soyuncu, Rashford, ovviamente Vardy – già a quota sette reti, come Salah – e Daka). Entrambe le formazioni venivano da un settembre non troppo positivo, ma a quanto pare la situazione è più delicata in casa Red Devils: questa partita ha infatti esposto una volta di più la loro mancanza di un vero centrocampista difensivo (la coppia in mediana era composta da Matic e Pogba), e ha già fatto rimpiangere l’assenza di Varane al centro della difesa (infortunatosi con la nazionale). Il tutto mentre, dall’altro lato, la mancanza di Ndidi è stata perfettamente compensata da Soumaré, che ha intercettato più palloni di tutti in mezzo al campo ma non ha compiuto neanche un contrasto (e questo la dice lunga su come abbiano giocato gli avversari).
Tutto liscio invece per il Manchester City, che dopo essere sopravvissuto alla – probabilmente – peggior programmazione settimanale possibile per una squadra di calcio (avendo affrontato Chelsea, PSG e Liverpool, tutte fuori casa, nell’arco di sette giorni) si è consolato con un tranquillo 2-0 in casa contro il Burnley, con una rete per tempo di Bernardo Silva e Kevin De Bruyne. Della squadra di Guardiola impressiona soprattutto il ritmo difensivo, con la squadra al sesto clean sheet in campionato e con soli dodici tiri in porta concessi (di cui 2 proprio dalla squadra di Dyche). Al secondo posto della classifica dei minori tiri in porta subiti c’è, a sorpresa – o forse no – il Brighton. La squadra di Potter ne ha concessi soltanto 21, anche se di contro è la sesta squadra meno prolifica del torneo. Contro il Norwich – schierato finalmente con una linea difensiva a cinque – hanno raccolto il terzo pareggio consecutivo, l’ennesimo 0-0 (da quando sono arrivati in Premier League, nel 2017, ne hanno messi a segno 19, più di chiunque altro). La continuità in zona gol resta l’unico “problema” da risolvere per Potter per non rovinare l’ottimo avvio di stagione, che li vede per ora al quarto posto.

Sempre in tema di ottimi inizi di stagione, da registrare l’ottima prestazione del Brentford contro un’altra big come il Chelsea (dopo la vittoria con l’Arsenal e il pareggio con il Liverpool). La squadra di Frank è uscita sconfitta dalle mura amiche del Brentford Community Stadium, ma lo ha fatto dando l’impressione di poter pareggiare da un minuto all’altro – ben sette tiri in porta e quindici totali, contro un solo tiro nello specchio del Chelsea (il gol di Chilwell) – con un quasi assedio nel secondo tempo. Sulla loro strada si è però messo Mendy, che con le sue sei parate ha ulteriormente alzato l’asticella su chi sia il miglior portiere del campionato (in base alle rilevazioni statistiche, il senegalese ha “evitato” alla sua squadra si subire 3,5 reti). Tuchel dev’essere contento dei tre punti, perché in fondo i campionati si vincono anche grazie alle vittorie sofferte e non sempre meritate, ma deve forse iniziare a fare qualche valutazione sull’inserimento di Lukaku nei suoi schemi: l’attaccante belga ha infatti toccato palla soltanto 18 volte nei 76 minuti in campo ed è alla sesta partita senza segnare, risultando quasi l’ombra del giocatore che due mesi fa aveva messo a ferro e fuoco la difesa dell’Arsenal.
Nella prima partita della domenica, il West Ham è uscito vincitore sul campo dell’Everton con il punteggio di 0-1, grazie a una rete di Ogbonna. La squadra di Benitez non ha impensierito più di tanto gli uomini di Moyes, che hanno invece dominato il centrocampo grazie a Soucek e, soprattutto, a Declan Rice, all’ennesima prestazione da fenomeno (100% di duelli vinti e 91% di precisione nei passaggi). Più movimentata la sfida di St. James’ Park, dove il Tottenham è uscito vincitore con il risultato di 2-3 ai danni del Newcastle. Per i padroni di casa la partita era particolarmente importante sul piano “simbolico”, in quanto era la prima dopo il passaggio ufficiale di proprietà – Mike Ashley ha infatti ceduto la squadra per circa 300 milioni di sterline, dopo 14 anni da presidente, al fondo che fa capo al governo Saudita, dopo averci provato già un anno fa – che li ha resi la squadra “più ricca” del Mondo. Gli uomini di Steve Bruce sono passati avanti con Wilson dopo 2′, ma la festa è finita quasi subito con gli Spurs che hanno segnato tre reti prima delle fine del primo tempo (e, notizia, si è sbloccato Harry Kane). E’ possibile che a Bruce venga concesso dell’altro tempo per sistemare le cose – il Newcastle è una delle tre squadre ancora a quota zero partite vinte -, ma è chiaro a tutti già da ora che l’allenatore ex Aston Villa non rientra nei progetti a lungo termine del club.

Nel Monday Night, la partita tra Arsenal e Crystal Palace finisce con un ricco 2-2. La squadra di Patrick Vieira – accolto sul terreno della sua ex squadra con un lunghissimo applauso (#Invincible) – sta impressionando positivamente tutti gli scettici con le continue buone prestazioni messe in campo, anche se gli manca ancora quella maturità per portare a casa il risultato. Questa partita non è stata da meno: gli uomini di Arteta sono passati avanti con Aubameyang, ma le Eagles hanno rimontato con Benteké e poi raddoppiato con Edouard, prima del pareggio finale a firma del subentrato Lacazette al minuto 95′.
Di Luca Donina