La 16esima giornata di Premier League è iniziata con la notizia del rinvio della sfida tra Brighton e Tottenham, causa focolaio di Covid-19 che ha colpito gli Spurs (e che li ha costretti a saltare anche la partita infrasettimanale in Conference League contro il Rennes, con conseguente ricorso dei francesi che potrebbe portare alla sconfitta a tavolino per gli uomini di Conte), ed è finita con la notizia della sospensione delle sedute di allenamento per Manchester United e Aston Villa, ancora per dei presunti focolai in corso di accertamento. Parlando di calcio giocato, le nove partite hanno regalato l’insolita striscia di sette vittorie casalinghe, con una sola vittoria esterna e un pareggio a reti bianche, per un totale di 22 reti realizzate.
Vittoria per le Bees nell’anticipo del venerdì
Nell’anticipo del venerdì, la sfida tra insetti col pungiglione – Bees contro Hornets -, il Brentford ha battuto 2-1 in rimonta il Watford. La squadra di Ranieri è passata avanti con il settimo gol stagionale di Dennis, ma il Brentford (ancora senza Toney, causa Covid-19) ha tenuto botta fino all’ultimo trovando prima il pareggio di testa con Jansson e poi la vittoria al 95′ con Mbeumo, su rigore. Questo significa che la striscia di partite consecutive con la porta violata per il Watford è salita a 26, e a poco sembra quindi servita in questo senso la promessa di Ranieri di pagare la cena ai propri giocatori a ogni clean sheet, dato che non ne ha ancora avuto l’occasione.
Sabato vittorie per le cinque formazioni di testa
Il sabato sono scese in campo cinque delle prime sei in classifica – Man City, Liverpool, Chelsea, Arsenal e Man Utd -, tutte vincenti.

Sorprendentemente e coincidenzialmente, sia Manchester City che Liverpool hanno vinto soltanto per 1-0, ed entrambe grazie a un rigore. Steven Gerrard è tornato ad Anfield da avversario alla guida dell’Aston Villa, ed è stato accolto dall’ovazione della “Kop”. La sua squadra ha mostrato ambizione e carattere e ha limitato i Reds a soli quattro tiri in porta, ma alla lunga nulla ha potuto contro la superiorità degli uomini di Klopp, senza dubbio la squadra migliore in campo tra le due, con il solito Salah che è riuscito a mettere la sua firma dagli 11 metri (l’egiziano è a una striscia di 14 partite consecutive con almeno un gol o un assist a segno, dovesse farlo anche alla prossima pareggerebbe la striscia di Jamie Vardy del 2015). Per il Manchester City la rete è stata di Sterling – 100esimo gol in Premier League – contro degli Wolves rimasti in dieci uomini per una “follia” di Jimenez, che nell’arco di un minuto si è visto sventolare in faccia per due volte il cartellino giallo (un fallo a centrocampo su Rodri e la successiva interferenza nella battuta della punizione). Altro 100 di giornata è il numero di clean sheets raccolti da Ederson, che tra l’altro in stagione ha dovuto compiere soltanto 21 parate, un numero che ben definisce la capacità della squadra di Guardiola nell’organizzazione difensiva.
Fino a venerdì scorso, in tre mesi di stagione il Chelsea non aveva mai subito più di un gol a partita. Poi, nell’arco di una settimana, gli è successo tre volte consecutive: tre reti contro il West Ham, tre reti contro lo Zenit (l’ultimo incredibile, al 94′, che gli ha fatto saltare il primo posto del Girone di Champions) e adesso due reti contro il Leeds United. Per lo meno questa partita è stata vinta, anche se il loro attaccante “migliore” è sembrato essere Rudiger, che si è guadagnato due rigori (entrambi trasformati da Jorginho, 15esimo penalty trasformato per lui sulle 17 reti complessive segnate in Premier League). L’altra rete dei Blues è stata di Mount, su assist di Alonso il quale poco prima aveva procurato un rigore agli avversari (trasformato, non serve neanche dirlo, da Rapinha). Tuchel deve ora essere seriamente preoccupato dal calo di forma dei suoi, lontanissimi da quell’aura di “macchina perfetta” che hanno avuto fino almeno a inizio dicembre, anche se l’aver vinto resta comunque un boost importante in zona classifica, permettendogli di stare a contatto con il gruppo di testa in attesa del ritorno a pieno regime di uomini chiave come Kanté e Lukaku (e scusa se è poco).

L’Arsenal ha battuto il Southampton con un convincente 3-0, a opera di un attaccante (Lacazette), un centrocampista (Odegaard, terzo gol consecutivo) e un difensore (Gabriel). Un risultato tutt’altro che scontato, data l’ottima capacità dei Saints di portare il pressing in zona avanzata del campo, ma a cui la squadra di Arteta ha risposto con personalità, senza mai rinunciare alla costruzione dal basso e anzi utilizzandola proprio in occasione della prima rete (il resto ce l’ha messo la fase difensiva dei biancorossi). Più che della partita, però, a Londra Nord si è parlato quasi soltanto dell’esclusione eccellente nei titolari per Aubameyang, lasciato in panchina per “motivi disciplinari” (pare sia tornato tardi da un viaggio all’estero); è già la terza volta che il capitano dei Gunners incorre in un richiamo di questo tipo, e non è da escludersi che, visto anche il suo ruolo nello spogliatoio, verranno presi provvedimenti più aspri.
Vittoria per 0-1 anche per il Manchester United, anche in questo caso grazie a un rigore (conquistato e trasformato da Ronaldo). Il Norwich dall’arrivo di Dean Smith ha compiuto degli enormi miglioramenti tattici, soprattutto in fase difensiva, e la loro organizzazione è parsa molto efficace nel contenere il 4-2-2-2 di Rangnick, fino all’ingenuità del fallo di Aarons a un quarto d’ora dalla fine.
Il Burnley blocca gli Hammers, vittoria per il Crystal Palace
Le due partite giocate alle 15.00 della domenica hanno visto due risultati diametralmente opposti. Il West Ham non è andato oltre lo 0-0 a Burnley, mentre il Leicester ha demolito il Newcastle con un rotondissimo 4-0. Si tratta di una vera e propria delusione, quella per i londinesi, che sull’onda dell’entusiasmo della vittoria contro il Chelsea e della qualificazione alla fase successiva in Europa League, non sono riusciti a segnare contro un avversario molto “limitato” come la squadra di Dyche (che si è difesa per tutta la gara e ha creato soltanto una vera palla gol, su cui Pope ha risposto da campione). Il Leicester invece, che al contrario era stato eliminato dall’Europa League e retrocesso in Conference League, ha risposto alla grandissima. Protagonista di giornata James Maddison, che ci ha messo il piede in tutte e quattro le reti, ma una buona parte degli applausi se li è presi al solito anche Tielemans (se cercate sul dizionario calcistico la definizione di “centrocampista box-to-box”, vi uscirà il suo nome). La buona notizia per Rodgers è di aver finalmente ritrovato un clean sheet (il secondo, dopo quello alla prima giornata contro gli Wolves), che è invece tutto quello che manca al Newcastle, troppo fragile difensivamente.

Se la passa male anche l’Everton, sconfitto 3-1 dal Crystal Palace. La squadra di Benitez è parsa in totale balia degli avversari, troppo passiva e poco reattiva. I londinesi sono passati avanti con Gallagher e hanno raddoppiato con Tomkins, poi Rondon – che aveva preso il posto di un arrabbiatissimo Richarlison – ha accorciato le distanze prima che Gallagher chiudesse definitivamente i giochi al 90′ con un gran tiro da fuori area (raggiungendo quota 6 gol e 3 assist, ovvero mettendo il piede in quasi il 50% delle reti realizzate dalle Eagles).
Di Luca Donina