Premier League Remix: Manchester City a +3 dal Liverpool, sale ancora l’Arsenal

Puntata numero diciotto, ovvero la puntata delle polemiche. Chi scrive non ha approvato la decisione della Premier League di far giocare soltanto quattro partite a fronte di sei rinvii (e non nel senso che è stato sbagliato rinviarne sei, quanto piuttosto di lasciar giocare le altre quattro): considerando che la Lega ha i propri criteri interni per valutare singolarmente ogni casistica di volta in volta, si rischia così di falsare il campionato. Alcune squadre si sono viste negare la richiesta di rinvio (tipo il Chelsea, che aveva diverse assenze, o il Newcastle, che sapeva avrebbe preso una scoppola dal Manchester City), schierando magari riserve o giocatori rientranti da lunghi infortuni o senza i novanta minuti nelle gambe, e questo senza dubbio si riflette sui piani partita e sugli impegni futuri (domani si gioca già in Carabao Cup, senza sosta, e nell’arco della settimana successiva c’è poi il classico trittico di partite tra Boxing Day e Capodanno). La seconda considerazione riguarda il livello arbitrale, che mai come nella giornata di ieri è sembrato non all’altezza sia a St. James’ Park che al Tottenham Stadium (disclaimer: le partite non vengono mai decise da un errore arbitrale, ma l’errore arbitrale è un episodio tanto quanto lo è un tiro sbagliato da un attaccante in 1v1 col portiere, e quindi è giusto citarlo). Se avete un po’ di dimestichezza con l’inglese – ma potete sempre cercare una trascrizione online – vi consiglio di andare ad ascoltare l’intervista a fine partita di Jurgen Klopp a Sky, dove l’allenatore tedesco ha centrato alcuni punti interessanti e condivisibili.

E ora veniamo al calcio giocato.

Quattro reti per l’Arsenal dei giovani al Leeds

Ehm, appunto… Sabato si è disputata soltanto una partita, quella delle 18.30 tra Leeds United e Arsenal. Paradossalmente, tra tutte le gare in programma quella era probabilmente la più rinviabile, data la lista di assenze tra le fila degli Whites che contava almeno otto titolari (tra squalifiche e infortuni). Il match è finito 1-4 in favore dei Gunners, che sul piano delle occasioni ne potevano segnare tranquillamente il doppio. Di fatto non c’è mai stata partita, con Bielsa che non ha rinunciato al suo stile di gioco nonostante i tanti giovani in campo e ha preso la seconda imbarcata consecutiva (dopo le sette reti prese nell’infrasettimanale), e con l’Arsenal che invece giocando con la tranquillità della sicurezza del risultato ha potuto esprimere un calcio bello e qualitativo. Interessante notare che le quattro reti sono state realizzate da giocatori Under 23 – Martinelli (doppietta), Saka e Smith Rowe -, confermando una tendenza che apre interessanti prospettive future per la squadra dell’Emirates.

Vittoria per il Manchester City, pareggiano Liverpool e Chelsea

Domenica si sono giocate invece tre gare. Alle 15.00 si sono sfidati Wolves e Chelsea e in contemporanea Newcastle e Manchester City, mentre alle 17.30 è stata la volta di Tottenham e Liverpool.

Il Chelsea aveva chiesto il rinvio dato che ai quattro giocatori già assenti per positività alla Covid-19 se n’erano aggiunti altri tre sabato mattina (tanto che ha schierato soltanto sei giocatori in panchina, tra cui due portieri), ma la commissione della Premier League ha deciso che non sussistevano i presupposti. La partita si è conclusa 0-0, con gli Wolves che hanno dominato il centrocampo e i Blues che ha retto bene difensivamente grazie all’esperienza dei suoi vecchietti. Tuchel ha da recriminare sulla mancanza dei suoi creatività in fase offensiva – un problema che ormai sta diventando cronico – e ancora di più sul fatto di aver perso il contatto con la vetta (che dista ora sei punti; una distanza non proibitiva ma comunque che inizia a farsi sentire), ma perlomeno ha finalmente ottenuto una buona prestazione da Saul, che entrato nella ripresa ha cambiato il volto della gara mettendo in mostra le sue qualità.

Il Derby del Golfo – come è stata rinominata la sfida tra Newcastle United e Manchester City, dato che i primi sono di proprietà di un fondo dell’Arabia Saudita e gli altri degli Emirati Arabi – si è concluso come da previsioni con una goleada per gli uomini in maglia azzurra. La differenza in termini di giocatori, organizzazione tattica e mentalità tra le due squadre è abissale, e il 4-3-3 di Guardiola (con Grealish, Foden e Gundogan in panchina) ha messo in mostra tutti i limiti e le debolezze del 4-5-1 di Howe (nel quale Saint-Maximin è entrato soltanto nel secondo tempo per via di alcuni problemi fisici). Il Newcastle ci ha messo del suo regalando letteralmente il primo gol, con una incomprensione tra il portiere Dubravka e il difensore Clark: nessuno dei due è andato sulla palla e il più lesto di tutti è stato Ruben Dias di testa. Cancelo, autore dell’assist, ha poi segnato la seconda rete con un tiro dalla distanza, prima che nel secondo tempo Mahrez e Sterling chiudessero definitivamente i giochi.

E veniamo quindi a Tottenham contro Liverpool, la partita più attesa della giornata e probabilmente la più “interessante” giocata finora in questa prima metà di Premier League. La gara è finita 2-2 (Kane, Jota, Son, Robertson) e ha presentato alcune perle rare, tipo: ha segnato Harry Kane (secondo gol stagionale in campionato, il primo casalingo); non ha segnato o assistito Salah (soltanto la seconda volta che accade in stagione, con l’egiziano che quindi si ferma a 15 partite consecutive con coinvolgimento nei gol, pareggiando la striscia di Vardy del 2015); ci sono stati otto gialli e un rosso (la partita più carica di cartellini finora in stagione); Robertson ha segnato, fatto assist ed è stato espulso (settima volta totale che succede in Premier League; per la cronaca, i precedenti sono Viduka, Bartlett, Zamora, Fortuné, Austin e Mitrovic). Il Tottenham non giocava una partita ufficiale di fatto dal 5 dicembre, e ha beneficiato del maggior “riposo” (nel primo tempo hanno corso ben 4 km più del Liverpool) producendo molto in fase offensiva (2,46 xG, praticamente tanti quanti nel mese di agosto e settembre sommati) e sbagliando due chiare occasioni da gol nel primo tempo, ma il Liverpool ha “l’alibi” di un centrocampo decisamente insolito formato da Nabi Keita, James Milner e il giovane Tyler Morton (per calcolare quanto è giovane Morton, basta sapere che è nato dieci giorni prima dell’esordio di Milner in Premier League, nel 2002). Dal suo arrivo ai Reds questo è stato il sesto gol di testa per il piccoletto Jota (dall’inizio dell’anno scorso solo Calvert-Lewin e Benteke hanno fatto meglio), mentre Alexander-Arnold ha raggiunto la quota di 41 assist in campionato (tanti quanti Robert Pires, per dire, ma con molte partite in meno).

Di Luca Donina

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