Premier League Remix: nel Boxing Day il Man City vince ancora, tre punti anche per Chelsea e Arsenal

Gira in rete ormai da diversi anni e puntualmente riproposta la foto del tabellino del 26 dicembre dell’allora First Division del 1963, caratterizzata da difese ballerine e risultati insoliti per un totale di oltre 60 reti segnate. A quasi 60 anni di distanza, la Premier League ha deciso di rendergli onore con un Boxing Day in cui sono letteralmente fioccati i gol, nonostante alcune partite fossero state rinviate per … beh, per il motivo che già sapete.

Vittorie in casa per Man City e Tottenham, tre punti in trasferta per Arsenal e Saints

Alle 16.00 si sono giocate quattro gare (22 gol totali!), con le vittorie interne di Manchester City e Tottenham (su Leicester e Crystal Palace) e quelle esterne di Arsenal e Southampton (su Norwich e West Ham). Alle 18.30 il Chelsea ha battuto l’Aston Villa (altri 4 gol) al Villa Park e infine, alle 21.00, il Brighton ha ritrovato la vittoria battendo il Brentford (delusione: soltanto 2 gol).

Partiamo dal Manchester City, probabilmente la partita più incredibile della giornata. La squadra di Guardiola all’intervallo era sopra 4-0 (de Bruyne, Mahrez, Gundogan e Sterling, il tutto in 25 minuti), ma la partita era tutt’altro che chiusa. Tanto che nel secondo tempo, nell’arco di 10 minuti, la squadra di Rodgers si è accesa e si è fatta sotto fino al 4-3 con Maddison, Lookman e Iheanacho, prima che Laporte e di nuovo Sterling allungassero di nuovo le distanze per il 6-3 finale. La partita ha visto segnare 8 giocatori diversi, ed è quindi ancora intatto il “record” dei 9 marcatori nel famoso North London Derby del 2004. Per la squadra dell’Etihad si tratta del secondo 6-3 in stagione dopo quello sul RB Lipsia ma soprattutto della nona vittoria consecutiva in campionato (e siamo a 17 reti segnate nelle ultime tre), che consolida il primo posto e dovrebbe in un certo senso tranquillizzare Guardiola, mentre per il Leicester si tratta di una nuova battuta d’arresto che impedisce alla squadra di trovare la continuità di cui avrebbero bisogno (e che probabilmente meriterebbero). Non va dimenticato che le Foxes avevano una lista di assenti e infortunati insensata (Pereira, Evans, Fofana, Soyuncu, Ndidi, Justin, Soumare, Barners, Daka, Vardy), ma nonostante questo sono riusciti a calciare in porta ben otto volte, e con un Maddison così ispirato la partita sarebbe potuta evolvere in maniera decisamente differente.

Il Crystal Palace non voleva giocare, dato che tra casi di positività e assenze varie non potevano contare su una lista di cinque o sei giocatori (tra cui McArthur e Benteke), oltre all’allenatore Vieira. La partita si è però ugualmente disputata, ed è finita con una netta vittoria del Tottenham per 3-0. Sono andati in rete Kane (nono gol personale nel giorno di Santo Stefano, pareggiato il primato di Robbie Fowler), Moura e Son, grazie anche all’ottimo piano gara preparato da Conte: difesa bassa, cercare di stanare le Eagles facendole uscire in avanti e poi colpire in velocità. Il match non è mai sembrato realmente aperto, il Palace non è riuscito a tirare in porta e ha visto crollare ogni speranza quando è stato espulso Zaha per un duello con Davinson Sanchez.

Senza storia la partita di Carrow Road. L’Arsenal ha imposto il ritmo dal primo minuto e ha demolito il Norwich con una manita (eguagliata la loro miglior vittoria in trasferta di sempre in campionato, che casualmente era stato proprio uno 0-5 a Norwich), trascinato ancora dai giovani – i gol sono di Saka (doppietta, e già a quota nove contribuzioni ai gol quest’anno, con 5 reti e 4 assist), Tierney e Smith Rowe (il giocatore con più gol dalla panchina in questa Premier League), in aggiunta al rigore trasformato da Lacazette – e da un Odegaard (sei contribuzioni al gol nelle ultime sei partite, con 3 reti e 3 assist) in versione “prime Ozil“. I Gunners sono alla quarta vittoria consecutiva e sembrano ora una squadra completa, in fiducia, che sa segnare (14 reti nelle ultime 4) ma che sa soprattutto anche difendere (Ramsdale ha raccolto il nono clean sheet in stagione, tanti quanti Alisson e soltanto uno in meno di Ederson).

Diverso il discorso per l’altra londinese, il West Ham. Nelle sette partite dopo la pausa nazionali di novembre, gli Hammers hanno raccolto soltanto cinque punti (vincendo con il Chelsea e pareggiando con Brighton e Burnley), un andamento decisamente non consono per una Top Four. La squadra di Moyes sta pagando l’assenza in difesa di Ogbonna e Zouma, con Dawson e – soprattutto – Issa Diop che non sembrano all’altezza di una difesa di vertice, e la rosa corta necessita di essere rinforzata e potenziata durante la sessione invernale di mercato. In questo contesto, il Southampton (senza vittorie nelle ultime sei) si è presentato al London Stadium con un insolito 4-1-4-1 (che ha dato maggiore presenza a centrocampo), ed è risultato essere la squadra migliore in campo. Elyounoussi ha aperto i giochi, Antonio (entrato nella ripresa insieme a Lanzini) ha pareggiato, poi Ward-Prowse ha riportato avanti i Saints (su rigore; quarto giocatore di sempre nella storia della Premier League ad aver realizzato almeno 10 gol su punizione e 10 su penalty, dopo Thierry Henry, Cristiano Ronaldo e Ian Harte), poi Benhrama ha di nuovo pareggiato, e infine ha deciso i giochi Bednarek.

Torna alla vittoria il Chelsea con due reti di Jorginho

L’Aston Villa si è trovato nella stessa situazione del Palace, con alcuni giocatori assenti e senza il proprio allenatore, positivo, ma anche in questo caso la Lega ha deciso di far giocare il match (anche se, quasi per paradosso, era già stata posticipata la sfida di stasera contro il Leeds). Il primo tempo si è chiuso in parità, con il Chelsea che ha rimontato un’autorete di Reece James grazie al rigore (non serve dirlo) di Jorginho. A quel punto, Tuchel ha deciso di inserire Lukaku – tenuto in panchina in quanto appena tornato dopo aver avuto il Covid-19, e quindi non al meglio fisicamente, almeno in teoria – per provare a cambiare le cose, e l’attaccante belga ha di fatto passato i secondi 45 minuti di gioco a scherzare con la difesa dei Villans. Il numero 9 ha segnato di testa il secondo gol e ha poi favorito il terzo, con una corsa a centrocampo che ha portato a un rigore trasformato (non serve dirlo) da Jorginho, portando ai Blues tre punti fondamentali per restare quantomeno attaccati al treno di testa.

Il Brighton ha vinto, ponendo fine a una striscia che durava da 12 partite (una striscia fatta di pareggi e di poca vena realizzativa), e lo ha fatto contro un Brentford che partiva con gli stessi punti in classifica – 20 per entrambe – e che non giocava in campionato da due settimane, causa focolaio interno. Il possesso palla e le occasioni da gol sono state abbastanza equilibrate, ma la squadra di Potter è riuscita a trovare la rete per due volte nell’arco di dieci minuti, grazie a Trossard e Maupay.

Nel Monday Night pareggio tra Magpies e Manchester United

Nel posticipo del Monday Night, Newcastle United e Manchester United si sono spartiti un punto a testa al termine di una gara in cui le posizioni in classifica sono sembrate a lungo invertite. I Red Devils non giocavano una partita ufficiale da oltre due settimane, e sono parsi fuori forma soprattutto sul piano mentale. Sull’altro lato, la squadra di Howe è parsa invece brillante, molto grintosa, attiva e reattiva, e oltre alla rete del vantaggio di un ispirato Saint-Maximin (sebbene con un gesto tecnico discutibile per gli allenatori di scuola calcio) è riuscita a creare alcune occasioni interessanti. Migliore in campo è stato probabilmente Joelinton, che schierato in un ruolo più arretrato (quasi da mediano) sta aggiungendo energia alla spina dorsale della squadra mettendo in evidenza tenacia in fase di contrasto e di recupero palla, aiutando così anche Shelvey nel ruolo di playmaker. Il Manchester United ha compiuto diversi errori basilari, persino nel controllo e nel tocco della palla, ma ha approfittato nel secondo tempo degli infortuni dei bianconeri e dell’entrata di Cavani, decisivo per il pareggio. La partita, dopo una fase di stallo, si è poi improvvisamente riaccesa negli ultimi minuti, con De Gea che ha salvato il risultato con un intervento sicuramente candidato alla parata dell’anno.

Di Luca Donina

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