Premier League: clamoroso ad Old Trafford

Tre mesi dopo, ancora seagulls. Dopo il 4-0 casalingo rifilato il 7 maggio scorso, i gabbiani si sono ripetuti anche oggi, sbancando il “Teatro dei sogni”.

Sorpresa si, ma fino ad un certo punto, perchè l’undici di Potter conferma una caratteristica che allo United manca oramai da una eternità: essere squadra. Il Brighton vince con merito una partita giocata con la solita determinazione ed il classico coraggio, quella di una -piccola che ragiona da grande-: calcio pratico, veloce e verticale alla ricerca dei continui movimenti/inserimenti degli uomini d’attacco.

Protagonista di giornata Pascal Gross (a segno anche nell’ultima sfida tra i due club), che con una doppietta nel giro di dieci minuti ha steso le velleità di un Manchester avente approcciato il match con voglia ed entusiasmo.

Nella prima mezz’ora i Red Devils riescono a creare qualche trama interessante, basandosi sul quadrilatero offensivo Rashford-Fernandes-Eriksen-Sancho. Tutto bello, tutto esteticamente affascinante, sino a quando si deve quantificare: il nulla o quasi. L’ingresso nella ripresa di Ronaldo regala peso e pericolosità ai padroni di casa, ma non scuote dal torpore i vari Sancho e Rashford, ragazzi immagine din una squadra che, nonostante le sterline spese, non riesce a ricostruirsi. La rete della speranza arriverà solo su autogol dopo una mischia su calcio d’angolo. Troppo poco per recuperare la gara. Troppo poco se giochi in casa e ti chiami Manchester United.

Ten Hag è persona intelligente e sapeva che l’opera di “rebuilding” sarebbe stata dura, ma in cuor suo sperava in una partenza diversa. Potter, invece, gongola: partenza col botto, tre punti in classifica e casse societarie con un attivo al momento di 80 milioni. Progettualità.

Pierluigi Cuttica

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