Anche Virgil Van Dijk è umano

Vedere Virgil Van Dijk compiere un errore è una rarità, vederlo compiere un errore su un contrasto è ancora meno frequente; oppure ancora vederlo compiere un errore su un contrasto in area di rigore è praticamente impossibile.

Eppure, nella partita d’apertura della stagione 2022/23 tra Liverpool e Fulham, con i Reds in vantaggio per 2-1, Van Dijk ha sbagliato il tempo e la modalità dell’intervento compiendo un fallo da rigore su Mitrovic, che il serbo ha poi trasformato nel definitivo 2-2.

Il centrale olandese è, non per niente, da ormai diversi anni considerato il miglior difensore del mondo, grazie a qualità fisiche e tecniche indiscusse – solidità, agilità, concentrazione, senso della posizione, leadership, sicurezza che trasmette al reparto, fiducia palla al piede, ecc – che lo rendono il punto di riferimento arretrato del Liverpool di Klopp.

Valutare attraverso le statistiche il rendimento di un difensore è difficile. Per un attaccante o più in generale un giocatore offensivo ci sono metriche più affidabili, quali i gol, gli xG, gli assist, i dribbling e i tocchi di palla; per chi difende, limitarsi al numero di gol subiti o ai tiri concessi non è veritiero, mentre altre cifre quali spazzate o palle intercettate sono sì indicative ma troppo soggette allo stile di gioco della squadra.

Il tackle in sé è un gesto che sta calando progressivamente di frequenza (secondi i dati consultabili su fbref.com, nella stagione 2017/18 la media dei contrasti effettuati in una stagione era di 696 per squadra, scesi a 682 nel 2018/19 e addirittura a 645 nel 2020/21), per via della difficoltà di esecuzione e della pericolosità, visto che può scaturire in un fallo o in un cartellino, ma probabilmente anche della maggiore attenzione e coscienza dei calciatori, che grazie all’analisi video e allo studio delle situazioni di gioco sono meglio istruiti e preparati.

Van Dijk, per esempio, ha delle statistiche molto basse per quanto riguarda i contrasti tentati. In un campionato fisico e veloce come la Premier League, questo potrebbe essere considerato in negativo (per esempio come mancanza di grinta o di coraggio). In realtà, il valore va collocato nel contesto di squadra – il Liverpool è una formazione dominante, che tiene spesso palla e schiera una linea difensiva molto alta, e questo riduce le occasioni di un intervento – e nell’atteggiamento dello stesso Van Dijk, abile nel gestire queste situazioni senza dover ricorrere ai contrasti.

StagionePresenzeMinutiContrasti tentatiContrasti vintiContrasti persiContrasti a partita
2021/22343060211650,6
2020/21
2019/20383420302370,8
2018/19383385383801

Escludendo la stagione 2020/21, saltata praticamente tutta per infortunio, prendendo come riferimento le ultime tre stagioni giocate Van Dijk ha dei numeri sensazionali. Nel 2021/22 è stato il quinto peggiore tra i difensori per numero di contrasti tentati a partita (anche se l’unico con un campione abbastanza ampio di partite tra quelli dietro di lui era Lewis Dunk del Brighton, con 29 presenze), nel 2019/20 il terzo peggiore e nel 2018/19 il settimo peggiore.

Quando li effettua, ha comunque una percentuale di successo altissima, ed è questo che lo fa rientrare nell’élite: ha una superba capacità decisionale, e quando interviene è estremamente efficace. Basta vedere la stagione 2018/19, quando ha vinto il 100% dei contrasti ingaggiati, o per meglio dire, quando nessun avversario è riuscito ad andargli via in dribbling.

Analizziamo ora nel dettaglio l’azione incriminata.

Qui è possibile vederla in uno dei tanti highlights, per l’esattezza quelli pubblicati dal canale ufficiale del Fulham; inizia dal minuto 1:21)

L’azione nasce con una palla recuperata dal Fulham su un errore in uscita di Joel Matip e subito verticalizzata verso Mitrovic. Si viene quindi di fatto a creare una situazione di uno contro uno tra l’attaccante serbo e Van Dijk.

Non è la prima volta in carriera in cui l’olandese si ritrova coinvolto in una circostanza simile, anzi. Il Liverpool tende infatti a schierarsi sempre con una linea difensiva sempre molto alta (per permettere alla squadra di accorciare in avanti), che lascia quindi scoperta la profondità.

Va detto, inoltre, che l’avversario diretto non è particolarmente “temibile” n una situazione di questo tipo: Mitrovic infatti è sì in uno stato di forma eccezionale – viene da una Championship in cui ha segnato 43 reti in 44 partite giocate –, ma non eccelle in situazioni di campo aperto (ricordiamo che è alto 190 cm per 90 kg) e non è un dribblatore (l’anno scorso ne ha tentati 64, riuscendo in 30), e in ogni caso lo è meno di calciatori più veloci o più tecnici quali Saint-Maximin, Zaha o Adama Traoré.

Van Dijk temporeggia e arretra, e in realtà sembra essere in pieno controllo della situazione, ben posizionato e con Mitrovic (destro di piede) tenuto all’esterno.

Mitrovic continua ad avanzare fino ad entrare in area, e Van Dijk sembra di nuovo in controllo: l’attaccante non ha una linea di tiro libera, non è sul suo piede forte, e sta sopraggiungendo in aiuto anche Alexander-Arnold.

Ed è a questo punto che Mitrovic sterza improvvisamente verso il centro con un controllo di esterno piede a rientrare verso la propria destra. Dalle immagini, sembra quasi che il tocco di palla sia troppo ‘forte’ e che il numero 9 possa perderne il possesso; è probabilmente quello che pensa Van Dijk che infatti decide di intervenire allungando il piede sinistro.

Mitrovic riesce però ora a spostare la palla verso la propria sinistra, quindi verso la porta, con un gran controllo del proprio corpo; cosa che manca invece a Van Dijk in quanto è ancora sbilanciato dall’affondo di prima, con tutto il peso caricato sulla gamba posteriore.

Il difensore allunga la gamba destra, forse per istinto o per ‘sensazione’ – probabilmente è ancora sicuro di riuscire a prendere la palla – ma è troppo fuori equilibrio per riuscire a essere coordinato nel movimento.

Nel successivo replay, con una visuale più ravvicinata dei giocatori che li mette in primo piano, è possibile vedere meglio il gioco di piedi dell’attaccante e la reazione del difensore, con il suo baricentro spostato.

Azioni come queste ci aiutano a ricordare di quanto nel calcio professionistico, soprattutto quello giocato a questi livelli, non ci sia mai niente di scontato. Ogni dettaglio conta, e ogni singolo secondo o frazione di secondo può essere determinante.

Luca Donina

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