Gianfranco Zola

Quando sono arrivato a Napoli guardavo ogni giorno Maradona, sarei un bugiardo se dicessi che sarei diventato lo stesso calciatore senza di lui. Averlo davanti in allenamento è stata una fonte di ispirazione eccezionale.

Parola d’ordine: Umiltà

Umiltà. Quando si cerca (confermo, “si cerca”, perché raccontare certi fenomeni è in realtà impossibile) di descrivere Gianfranco Zola, bisognerebbe partire da questa caratteristica, così nobile ed ormai decaduta. Una prerogativa che ha accompagnato la sua vita, dai primi passi a Oliena, piccolo comune di 6000 anime in provincia di Nuoro, passando per la gavetta nelle serie minori, sino al grande calcio, passo che ottiene grazie all’occhio di Luciano Moggi; Napoli e la vicinanza di Maradona, come si evince dal virgolettato con cui comincia questo articolo, saranno fondamentali per il suo futuro che, nonostante la volontà del ragazzo, sarà lontano dal Vesuvio. Non ci sono soldi, bisogna vendere.

I successi con il Parma

Gianfranco prepara le valigie e sbarca a Parma, società in crescita esponenziale nel panorama calcistico italiano ed internazionale: arrivano le prime pagine e i primi successi (Coppa Uefa e Supercoppa Europea), ma il destino ha in mente altro. Così, con l’arrivo in panchina del giovane Carlo Ancelotti, cambiano le prospettive: il nuovo tecnico è un fautore delle teorie “sacchiane”, con un poco celato ostracismo verso la libertà creativa. Per Zola non c’è posto, o meglio, c’è, ma sull’out sinistro di centrocampo, in un 442 anelastico che gli consegna compiti ben precisi. Per la sua fantasia, per il suo calcio, non c’è più spazio. Gianfranco lo capisce e decide di andare. Non verso la scelta più facile o scontata, ma verso un nuovo mondo dove rimettersi completamente in gioco; una nuova lingua, una nuova fisicità, una grande scommessa. Che oggi, ventisei anni dopo, tutto il football inglese, ancora ringrazia.

Welcome to Chelsea Football Club!

Si perché l’approdo nel 1996 al Chelsea Football Club, non muta solo la storia di un club che sta creando le basi per divenire grande, ma tocca tutto il movimento; non saranno solo le reti, gli assist e le magie espresse in campo, ma le attitudini mostrate sul terreno di gioco a fare innamorare di lui tutto il pubblico inglese. Cortese, educato, sorridente, Zola impersonifica il ragazzo che diverte, fa divertire e a cui tutti vogliono bene e portano rispetto; non una cosa così scontata in una terra da sempre restia a vedere migliori le cose lontane dal proprio giardino. Il premio ricevuto nel 2004 di “Ufficiale dell’ordine dell’impero britannico”, per i meriti sportivi ottenuti nella sua permanenza londinese, riassume il tutto. Zola ottiene una cosa in cui sono riusciti pochi: unire il sentimento popolare, cancellando fazioni, bandiere e ipocrisie. Con la sua persona, in primis, e con la sua utopistica estrosità calcistica, Zola è entrato nel cuore di tutti. Di quelli di ieri, che lo hanno vissuto. Di quelli di oggi, che ne cercano in rete i funambolismi. Di quelli che domani, ne narreranno, ancora, la storia.

The Magic Box – Gianfranco Zola.

Pierluigi Cuttica

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